
I percorsi di terapia familiare affrontano il problema della tossicodipendenza e anche di altre dipendenze, attraverso un livello di analisi e di intervento sistemico relazionale che ricerca nelle dinamiche relazionali della famiglia e nel suo ciclo vitale un senso per comprendere non solo la scelta del tossicodipendente ma anche le risorse utili e necessarie per un reale cambiamento.
Nelle famiglie tossicodipendenti le relazioni tra i suoi componenti tendono a seguire copioni che si ripetono di frequente.
Spesso si assiste a dinamiche in cui la persona dipendente tende ad auto-biasimarsi per aver arrecato dolore alla famiglia, sperperando soldi, deluso chi lo amava mentre i familiari si interrogano su responsabilità, omissioni, errori.
Talvolta si assiste invece ad una deresponsabilizzazione, ad un reciproco incolparsi, al tentativo di porre il problema sempre nell’altro e fuori da sé.
Ma questo è solo la punta dell’iceberg di un processo che inizia prima della manifestazione del problema.
In un’ottica sistemico relazionale la famiglia è un sistema che ha, tra i suoi compiti di sviluppo quello di favorire lo sviluppo psicologico e sociale dei suoi membri. La famiglia segue un suo ciclo passando attraverso diverse fasi ognuna caratterizzata da compiti evolutivi (per esempio ..fase della formazione della coppia, fase della nascita del primo figlio, ecc…, fino ad arrivare alla fase della famiglia con adolescenti e la fase della famiglia come trampolino di lancio, ecc..).
Le crisi individuali ci sono e la famiglia in queste situazioni, attiva le risorse necessarie ad affrontare il problema. Ma a volte questo non succede. Ecco che il problema si manifesta attraverso una sintomatologia.
La comparsa dei sintomi è spesso correlabile, oltre che con crisi non affrontate a livello individuale, anche e soprattutto con fasi critiche o particolari momenti di passaggio nella vita familiare. Laddove si hanno difficoltà a ristrutturare modelli relazionali pre-esistenti per assolvere ai compiti evolutivi che impone la fase successiva ( d esempio cambiare il rapporto con i figli più grandi, oppure rinvigorire la relazione di coppia quando i figli escono di casa)oppure la famiglia si trova costretta ad affrontare eventi non prevedibili ( lutto, malattia..) il sistema si blocca.
La tossicodipendenza è un sintomo e come tale ha un suo significato specifico all’ interno del sistema familiare in cui si manifesta. Consente alla famiglia di non doversi confrontare con nuove modalità di interazione, di evitare i cambiamenti e di congelare i ruoli così come sono.
In presenza di una dipendenza quindi il consueto ciclo evolutivo si arresta. I modelli relazionali non cambiano e l’intera famiglia si trova a reiterare lo stesso schema generando disagi e sintomi.
Il dipendente diventa il regista che, con il suo disagio, mette in luce l’impossibilità che l’intera famiglia ha di cambiare.
E così lui agisce il sintomo e gli altri membri assumono e agiscono ruoli e funzioni complementari.
La funzione della tossicodipendenza del partner, fornisce le condizioni necessarie per raggiungere un congruo adattamento ad un copione relazionale logorante e distruttivo dove si alternano speranze di guarigione e promesse perennemente infrante, probabilmente già sperimentato a livello generazionale
La funzione della tossicodipendenza dei genitori, permette loro di non congedarsi dalla propria funzione per continuare ad occuparsi del figlio; questi col suo fare uso di sostanze dichiara, sia sul piano personale che sociale, una certa irresponsabilità e quindi la necessità che ci sia qualcuno disponibile a proteggerlo da qualsiasi forma di autonomizzazione.
E se ci sono anche i fratelli agiscono la funzione del sintomo “tossicodipendenza”.
Infatti nella maggior parte dei casi i fratelli sembrano assumere una posizione paradossale tra “competizione” e “collaborazione” con il paziente designato. Più precisamente è come se nella generazione filiale venisse messo in atto un “gioco” di alleanze (collaborazione) finalizzato a sequestrare i genitori “costringendoli” a continuare a fare i genitori, riuscendo a rimanere nel ruolo di figli senza limiti di tempo. Questo gioco implica però il protrarsi della rivalità tra fratelli per aggiudicarsi le attenzioni di mamma e papà (competizione).
È attraverso questi “intrecci familiari” che l’intero sistema “collabora” per manifestare la propria difficoltà nel riconoscersi in situazioni relazionali in grado di evolvere nel tempo.
La dipendenza quindi non è un attacco al sistema familiare , ma una sorta di protezione che il dipendente ha nei confronti dei membri della famiglia spaventati dalle sfide che il cambiamento impone loro.
E’ chiaro che non esiste un unico copione per spiegare la dipendenza da sostanze, ma queste dinamiche sono molto frequenti e spesso sono correlate alla modalità con cui si chiede aiuto.
Infatti anche la richiesta d’aiuto per un familiare con problemi di tossicodipendenza da parte della famiglia non è così scontata. A volte non si accettano i problemi dei figli/partner e si preferisce non voler sapere nulla. Il dolore diventa rifiuto e distanza.
Altre volte si minimizza perché si ha l’idea di riuscire ad aiutare il tossicodipendente, rafforzando così le dinamiche disfunzionali della famiglia stessa
Altre volte la richiesta è legata alla gestione del problema: la famiglia infatti non cerca risposte ma un apporto concreto immediato e il più efficace possibile.
Altre volte la famiglia di interroga su di sé e sulle proprie responsabilità.
A prescindere da quale sia il punto di partenza, l’ intervento terapeutico nei confronti della dipendenza deve agire a più livelli.
Ribadendo che la dipendenza non è il disagio, ma la conseguenza di una crisi sia individuale che familiare è fondamentale un’azione terapeutica sia rivolta alla persona che alla famiglia, offrendo così a tutti i componenti la possibilità di uscire dagli schemi rigidi e ripetitivi necessari a mantenere il proprio blocco evolutivo.
Lavorare sulle dinamiche relazionali intergenerazionali (come fa la terapia familare) aiuta il paziente e i familiari a capire il senso della tossicodipendenza e la sua funzione all’intero sistema permettendo alla famiglia di sciogliere quei nodi relazionali necessari,a rileggere le funzioni e le esigenze dei suoi membri e a ridare una spinta evolutiva a tutta la famiglia.